Lo Studio Giorgio Celiberti ha ospitato ieri sera un evento culturale di grande intensità emotiva e partecipazione: la presentazione del libro “I figli di Miriam” di Danilo Narduzzi. Un romanzo che attraversa la storia del Friuli, dell’Italiae dell’America selvaggia, raccontando un viaggio che è anche memoria collettiva e riflessione sull’identità di ogni famiglia.
Il romanzo segue le vicende del capostipite ser Mainarduccio da Sacco, popolano benestante dall’origine incerta e misteriosa, che nel 1325 acquista un’ampia distesa di terra chiamata Prato in Valle di Mirian, ai piedi del colle di San Daniele, nel Patriarcato di Aquileia, la Patria del Friuli. Da quel momento, i suoi discendenti si trovano coinvolti nei grandi eventi della storia: dalla peste e dal terremoto del 1348, alla guerra tra Venezia e il Patriarcato, dai massacri dei predoni turchi alle violenze del giovedì grasso del 1511, fino alle battaglie napoleoniche, al Risorgimento, all’emigrazione verso il Nuovo Mondo, alla corsa all’oro del Klondike, e ancora alla Seconda guerra mondiale e al dopoguerra. Un albero genealogico narrato attraverso la vita di dame e crociati pacifisti, artisti, streghe, miracoli, duelli, amori proibiti e figli illegittimi. Una saga familiare che attraversa secoli di storia con una narrazione intensa e coinvolgente.
A moderare l’incontro è stato il giornalista Paolo Mosanghini, vicedirettore del Messaggero Veneto, che ha guidato il pubblico in una conversazione profonda con l’autore e i relatori intervenuti.
Tra gli ospiti d’onore, Franco Iacop, presidente dell’Ente Friuli nel Mondo, ha sottolineato l’importanza del libro nel contesto del recupero delle radici friulane e del legame con le comunità all’estero. Francesco Rodaro, presidente dell’Associazione Genealogica del Friuli Venezia Giulia, ha offerto un prezioso punto di vista storico e genealogico, evidenziando il valore della narrazione nel ricostruire le vicende familiari e territoriali.
Loris Basso, presidente di Italea FVG, ha evidenziato come opere come quella di Narduzzi contribuiscano a dare senso al lavoro di promozione del territorio e del suo patrimonio immateriale. Cristina Lambiase, responsabile del Ministero degli Esteri per il progetto “Turismo delle radici”, ha arricchito la serata con il suo intervento, sottolineando l’importanza della letteratura come strumento per ricucire i legami tra le comunità italiane nel mondo e i territori di origine.
Il pubblico, numeroso e attento, ha accolto con entusiasmo ogni contributo, dimostrando grande interesse per il tema del ritorno alle origini, della memoria familiare e della valorizzazione del Friuli Venezia Giulia.
Lo Studio Celiberti si conferma così luogo privilegiato per la cultura e il dialogo, uno spazio dove arte, letteratura e memoria si intrecciano per dare vita a riflessioni profonde e condivise.