Dal 26 giugno al 13 luglio 2025, la galleria “Studio La Linea Verticale” di Bologna ospita la mostra “Essenziare“, una delle tappe più significative dell’OpenTour 2025 – rassegna che celebra i talenti emergenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna. Tra gli artisti selezionati per questo prestigioso appuntamento c’è anche Giorgio Celiberti, nipote dell’omonimo maestro friulano, al termine del suo percorso triennale accademico.
Un riconoscimento importante che unisce due generazioni legate da un nome e da una visione dell’arte come svelamento dell’essenza profonda dell’essere. “Essenziare” prende le mosse da un concetto mutuato dalla filosofia di Martin Heidegger, secondo cui l’arte è luogo in cui l’Essere si manifesta nel tempo, rivelando la propria verità originaria. Da qui l’idea che l’opera non domini, ma lasci accadere, in un atto di ascolto e di sospensione.
La mostra, che vede esposti anche i lavori di Antonio Peluso e Tobia Corradin, propone una riflessione sul rapporto tra pieni e vuoti, tra segno e silenzio, tra potenza e atto. I tre artisti – ognuno con un linguaggio personale e coerente – mettono in scena un’umanità rarefatta, spesso implicita, dove il vuoto diventa spazio generativo e la figura umana, quando presente, si dissolve in gesti, azioni e presenze suggerite.
Le opere di Giorgio Celiberti si distinguono per la loro tensione pittorica. Il tratto è forte ma mai definitivo, deciso ma sospeso, come a trattenere un’energia profonda che non si esaurisce nella forma. I protagonisti delle sue tele non sono i corpi – solo accennati – ma gli oggetti che li circondano, emancipati dalla funzione originaria e resi protagonisti simbolici di una narrazione sospesa: una pistola che non spara, un ingranaggio che non si muove, un insetto che non minaccia, ma osserva. Tutti portatori di un significato in potenza che resta, volutamente, inesploso.
“Essere nonno e vedere il proprio nome proiettato nel futuro attraverso l’arte di mio nipote è una delle gioie più grandi della mia vita” – ha commentato con commozione il maestro Giorgio Celiberti – “La sua ricerca parla un linguaggio nuovo, ma la profondità con cui affronta il tema dell’essenza, del vuoto e della tensione emotiva lo rende parte di quella tradizione che crede che l’arte non debba spiegare, ma evocare”.
“Essenziare” non è solo una mostra: è un gesto generazionale che attraversa tempo e spazio, e che dimostra come l’arte – nella sua forma più alta – riesca sempre a dialogare tra le epoche, offrendo nuove possibilità di comprensione, umana e filosofica.
