Nel cuore della Fiesta di San Zuan, tra le vie e i ricordi di San Giovanni di Casarsa della Delizia, si accende la luce dell’arte contemporanea friulana in omaggio a uno dei suoi figli più celebri: Pier Paolo Pasolini. In occasione del 50º anniversario dalla sua scomparsa, dal 6 al 24 giugno 2025, negli spazi del centro comunitario parrocchiale ex Zuccheri, è aperta al pubblico la mostra “I giorni che volano via come ombre. Omaggio a Pasolini”, un tributo corale che vede tra i protagonisti Giorgio Celiberti, tra i maggiori artisti italiani viventi.
Assieme a Cesare Serafino e Angelo Topazzini, Celiberti propone una riflessione artistica e poetica sul lascito pasoliniano, attraverso linguaggi pittorici diversi ma accomunati da una profonda radice friulana e da un’intensa capacità evocativa. Un dialogo visivo che si snoda tra materia, paesaggio e memoria, dove le opere simboliche e materiche di Celiberti si intrecciano con l’intimismo lirico di Serafino e la forza costruttiva di Topazzini.
Celiberti – la cui poetica da sempre si muove tra storia, dolore e redenzione – ha voluto dedicare a Pasolini un percorso fatto di gesti plastici e segni antichi, capaci di richiamare non solo la figura del poeta e intellettuale, ma l’eco dell’infanzia, dei luoghi, dei silenzi friulani che tanto hanno ispirato l’autore delle Ceneri di Gramsci e di Ragazzi di vita.
La mostra è stata inaugurata sabato 7 giugno alla presenza del critico d’arte Boris Brollo, con grande partecipazione di pubblico e interesse da parte della comunità locale. L’esposizione, a ingresso libero, sarà visitabile fino al 24 giugno, durante gli orari dei festeggiamenti della Fiesta di San Zuan.
L’iniziativa, promossa dalla Par San Zuan e dal Comune di Casarsa della Delizia, in collaborazione con il Centro Studi Pier Paolo Pasolini, rappresenta non solo un tributo artistico, ma anche un invito a rileggere Pasolini attraverso gli occhi e le mani degli artisti della sua terra, in un continuo confronto tra passato e presente, parola e immagine, pensiero e forma.
Giorgio Celiberti – che Pasolini lo ha amato, discusso e interiorizzato come artista e come uomo – firma così una delle sue partecipazioni più cariche di significato degli ultimi anni, rinnovando attraverso l’arte un legame profondo e autentico con la cultura del Friuli.